vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

mercoledì 29 agosto 2012

Viaggio a casa mia

Siamo tornati. Sono nel mio letto, il mio amato materasso che mi accoglie morbidamente, dopo due mesi e mezzo di molle d'acciaio piantate nel fianco non posso che non sospirare di sollievo.
Sono scesa dall'aereo alle 10.50 della mattina e appena ho messo piede a terra ho pensato: "questa e' l'estate come me la ricordavo".
Un aria calda e avvolgente che si strofina sulla pelle e massaggia il corpo, sembra che mi stia dando il bentornato a casa. L'aria scozzese non e' cosi', e' piu' leggera, sfuggente, ti sfiora e scappa via.
Credo che quando uno straniero si innamora dell'Italia lo faccia a partire da quest'aria.



Mia madre (contadina mancata) ci accoglie con bottiglie di succo di sambuco, un cesto di frutta enorme: uva bianca, pesche, prugne Reine-claude e poi panini con la mortadella.
A casa ci aspettano i suoi pomodori al forno, i peperoni in padella, due pacchetti di linguine e un vaso di pesto appena fatto. Una cosa meravigliosa!
Vedo i miei figli con gli occhi di mia madre ed effettivamente mi accorgo anch'io che sono diventati tutti alti, M. poi l'ha osservavo anche a Edinburgh mentre camminava per la citta': nei momenti in cui non saltella giocando con i suoi fratelli si muove elegantemente alta e snella, alta come ero io e snella come avrei voluto essere.
I bambini sono tutti commossi nel rivedere la nonna, anch'io provo molto sollievo. Vedere lei (i suoi capelli sempre in ordine un po' piu' piu' grigi in verita') mi dice che e' tutto come sempre anche se lo sappiamo che non e' vero, quando si torna a casa si desidera sempre ritovare il conosciuto, il sicuro e questo e' l'impatto che rassicura. Mi accorgo da tante piccole grandi cose che tutti qui hanno cercato di farmi trovare la mie cose in buona salute: la casa, i fiori sul balcone, l'orto. Ma l'estate e' passata con il suo braccio caldo e tutto e' diverso, piu' maturo.
Entro in casa e prima cosa che penso la dicono a voce alta i bambini, E. (7 anni) mi viene a  sussurrare:"Mamma...ma...la casa sembra rimpicciolita...???".
Si, casa mia e' piccolina e infatti sembra stracolma di oggetti. Non capisco se sia l'effetto di due mesi e mezzo di appartamento edimburghese enorme e spoglio oppure se effettivamente devo rimettere mano a questo posto.
Quando N. sull'onda di una stanchezza di quelle che-se-mi-metto-seduto-adesso-non-mi-alzo-piu' inizia ad aprire tutte le valigie non so se odiarlo (perche' mi sta riempiendo la casa di panni) o amarlo (perche' lo fa lui e non io) e cosi' due o tre cose mi appaiono chiarissime anzi lampanti: c'e' troppa roba in giro in questi 73 mquadri!!!!
I punti critici sono la cucina, il salotto e la mia camera da letto (praticamente la meta' delle stanze che ci sono) DEVO SVUOTARLE!
Allora in pensieri iniziano a vorticare cercando di aiutarsi con la memoria visiva: riviste sfogliate, case visitate, locali amati..."come dicevano gli svedesi? Meglio togliere che mettere? E quella parete colorata che volevo fare in ingresso? Porca vacca mi sa che rimpicciolisce ancora l'ambiente...forse quegli oggetti sulla libreria incasinano tutto, perche' non fare una mensoletta sopra la finestra del bagno per metterli? E la mia scrivania di legno vecchietta devo proprio toglierla? Mannaggia...." Tra la posta intravedo la rivista LIVE di IKEA: EVVAI!!!! La sfoglio in piedi in cucina di nascosto da N. che sta smadonnando :"Ecco perche' questa cavolo di valigia pesava 24,5 kili invece di 20: ti sei portata dietro tutti i cataloghi di Asda, Sainsbury e Waitrose!!??!! Ma ke kavoloooooo cicciaaaaa!!"
no, le case di questo numero sono peggio delle mie...Il problema secondo me e' sognare di mettere in una appartamentino tutte le cose che stanno in una villa, diciamo una banalissima questione di spazio...

Ok. So cosa devo fare i prossimi giorni.
Ma con il dosatore, mi sento ancora sospesa a meta' tra la Scozia e l'Italia e non voglio che le sensazioni legate al vivere li' mi sfuggano.
Ma e' inevitabile.
Per strada incrocio due ragazze adolescenti che cianciano e passando accanto a loro mi accorgo di aspettarmi di sentirle sussurrare in inglese con quelle vocette trillanti da fatine ed invece parlano un grevissimo dialetto locale che mi spiazza.
E poi al panificio devo spiegare dove sono stata e dover riassumere in due parole quello che ho vissuto, come, dove... e' irritante, mi accorgo che nessuno puo' capirlo.

Sono tornata. Sono di nuovo a casa. Punto.















1 commento:

  1. E DA ME UN GRANDE ED AFFETTUOSO:BENTORNATA SCAKE
    L'ATMOSFERA ED I SAPORI DI CASA TUA LI HO RESPIRATI ANCH'IO DALLE TUE FOTO. ...E CHI NON FA UN'AUTOCRITA DEI PROPRI SPAZI, DELLA SOVRABBONDANZA DI OGGETTI, DELLA DISPOSIZIONE DEI MOBILI, DEL COLORE DELLE PARETI AL RIENTRO IN CASA DOPO UN PERIODO PROLUNGATO DI ASSENZA? IO FACCIO LE STESSE TUE CONSIDERAZIONI AL RIENTRO DI UNA VACANZA, MA ALLA FINE LASCIO TUTTO COM'E' E CON CONTINUE POLEMICHE CON IL CARO MARITO CHE VORREBBE TUTTO IL CONTRARIO DI QUELLO CHE PENSO E FACCIO IO IN CASA.
    CARI ABBRACCI
    LA MADAME

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