Sono rimasta assente qualche giorno dal webmondo perche` avevo bisogno di silenzio.
Un silenzio che da fuori non puo` venire perche` la frenesia delle giornate a casa nostra non lo prevede, perche` non e` giusto imporlo ai nostri bambini (e anche volendo farlo sarebbe IMPOSSIBILE), perche` (grazie a Dio) ci sono tante persone che mi vogliono bene e a tutte devo una spiegazione ogni volta che la mia bocca non si dispiega in un sorriso (forse chi non mi conosce pensa che io stia sempre a farmi grasse risate, ma non e per niente cosi`).
Ricolma di parole non dette, di paure disseminate sulla pelle come gocce di sudore che non evaporano, un turbinio di pensieri ridondanti e paranoici che ovviamente non arrivano da nessuna parte.
Fragilita`.
Io. Fragile. Seh!
E invece si. E parecchio pure. A dispetto della mia figura non proprio leggiadrissima, del mio parlare sempre ad un tono di voce leggermente superiore al normale, della mia incapacita` di stare ferma a fare niente.
Dentro di me c'e` troppo rumore.
Bramo la fine dei miei sensi di colpa.
Sono in macchina e torno da una mattinata di ore che uccidono per la velocita` con cui si susseguono e con cui esigono di essere rispettate.
Sono ferma al semaforo e nel giro di una frazione di secondo nella testa sento come se qualcuno mi abbia dato uno scappellotto.
Non fa male, ma e` inaspettato e quanto mai umiliante "Cosa ho fatto?" mi chiedo subito mentre il solito strisciante senso di colpa mi pervade "ho fatto tutto quello che dovevo fare, sono nei tempi, adesso devo solo andare a ritirare i panni all'asciugatrice e poi posso tornare a casa, mangiare e poi riposarmi." ma sono agitata, la mente non si ferma, va avanti scandagliando gli impegni che mi attendono fino a che sollevata concludo che "no, a parte la pallavolo di M., l'asilo di L., la scuola di E., G. ed E. e la cena non devo fare altro."
"Veramente papa` e` all'ospedale e non lo vedo da venerdi` perche` siamo scesi a Venezia nel weekend.
Non sono andata a trovarlo.
Domani rimediero` anche se spero tanto che torni a casa entro 24 ore.
Veramente dall'ufficio non mi hanno ancora chiamato per fissarmi il colloquio con il direttore e mi tocchera` farmi risentire l'ennesima volta.
Ho come la sensazione di elemosinare attenzione.
E la segretaria non si fa mai i cazzi suoi.
Mi sento una perfettissima imbecille.
Una integrale cretina.
Una laureata fallita.
40 anni, una famiglia felice, un marito bravo, un lavoro che adoro, i clienti che mi vogliono bene e le colleghe pure...dovrei essere all'apice della mia carriera, lanciata verso il successo personale e professionale.
Ho tutto.
E 'sta imbecille che so' io decide di licenziarsi!".
Ho troppo.
Non mi godo nulla.
E ogni volta che mi parlano di lavoro sbrocco.
Ieri mi chiama P. per vedere se mi unisco allo staff per partecipare alla cena di fine anno dell'azienda ed io rispondo di no. Metto giu` il telefono e la mia amica Ansia mi sfiora la spalla e inizia a togliermi il respiro.
Non posso piu` vivere cosi`.
Voglio vivere, non tirare avanti.
Stare a casa e` mettersi a servizio totale, avere sicuramente meno soddisfazioni, farsi venire le paranoie per l'asciugamano buttato a terra e la manata sullo specchio cioe` vivere in un universo piu` ristretto, piu` routine, meno sfide (anche se sinceramente riuscire a spendere 90 euro a settimana per fare la spesa per 7 mi pare una bella vittoria) e tempo per se stessi zero.
Pero` ho 40 anni, una famiglia felice, un marito bravo e mi basta.
Devo imparare a farmela bastare perche` il mio corpo non ci sta piu`.
Adesso c'e' un bel silenzio dentro di me, nella mia testa. Adesso posso andare a leggermi il libro senza dover ricominciare 10 volte la stessa frase.
Intanto mi sono fatta fuori 250kcal di cioccolato al latte con nocciole.
Ma non mi piaceva solo la fondente?