vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

sabato 1 dicembre 2012

Ho visto un film

Ok.
Martedi` mattina ore 11.15 ho l'appuntamento con il boss.
Si cambia vita.
Ho almeno getto le basi per farlo.
Ho bisogno di supporto psicologico.
La benzina di questo cambiamento epocale e` stato Dio. No doubt.
Pero` mi piace fare le cose bene e invece che far passare tutto in sordina per soffrire meno ho deciso di sguazzarci dentro.
Percio` sto iniziando a  festeggiare la mia "rinascita" scegliendo tra i supporti culturali quelli che hanno proprio questa parola per argomento.
Nel luglio del 2009 ero appena tornata a galla dall'onda anomala del mio personale Grande Male che mi ha poi effettivamente cambiato la vita (e dico la verita` nonostante tutto in meglio). Andavo spesso in biblioteca ed esploravo nuovi orizzonti grazie al mio primo pc portatile piccolo come un`agenda della banca ed al contratto con internet.
Non ricordo come sia capitata su un romanzo di John Krakauer, autore che non conosco affatto. Credo fossi in cerca di notizie circa individui che hanno dato un taglio netto alla loro storia per ricominciare da un'altra parte, sempre su questo mondo, ma ripartendo dalla terra. Ricordo solo che contemporaneamente mi ero messa a leggere "La piccola casa nella prateria" di Laura Ingalls Wilder e avevo messo nel carrello di Amazon questo libro qui sotto:
Product Image"Life in Alaska: the reminiscence of a kansas woman (1916-1919) la storia di una pioniera donna del Grande Nord.
Non l'ho mai letto ed e` ancora nella lista dei desideri, ma mi e` rimasto nel cuore. Nel frattempo ero venuta a sapere che dal romanzo di Krakauer era stato poi tratto un film con la regia di Sean Penn che si chiama "Into the Wild-Nelle terre estreme".
Ieri sera abbiamo visto il film.
A dire la verita` abbiamo FINITO di guardarlo perche` se c'e' una cosa che sa far bene mio marito e` clikkare su ESC quando decide che deve dormire!
Noi non abbiamo la tv in camera percio` quando tutti dormono e vista la scarsita` di programmazioni decenti in tv il venerdi` sera ci vediamo un film sul pc. Il venerdi` sera perche` lui il giorno dopo non deve andare al lavoro. Ci siamo guardati anche un sacco di film in lingua originale in questo modo: Julie and Julia, Pirates of the Caribbean, Notting Hill e altre cosette. Pero` quando capita che la prole ci lascia andare a letto presto possiamo vedere UN PEZZO di film anche in altri giorni. Ovviamente UN PEZZO perche` alle 23.00 si spegne tutto e di solito proprio sul piu` bello!!! Giuro che all'inizio lo odiavo, ma adesso non e` male: ho la possibilita` di pensare e ripensare a quello che ho visto ed ascoltato, la fotografia, la sceneggiatura si possono gustare anche a freddo, ripensandoci. 

Cosi` Into the wild l'abbiamo visto in tre puntate perche` dura piu` di 3ore.

Cito da Wikipedia:
"Il film racconta la storia vera di Christopher McCandless, un giovane benestante che, subito dopo la laurea in scienze sociali all'Università Emory nel 1990, dona i suoi risparmi all'Oxfam e abbandona amici e famiglia per sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non riesce più a vivere. La sua inquietudine, in parte dovuta al pessimo rapporto con la famiglia e in parte alle letture di autori anticonformisti come Thoreau e London, lo porta a viaggiare per due anni negli Stati Uniti e nel Messico del nord, con lo pseudonimo di Alexander Supertramp.
Durante il suo lungo viaggio verso l'Alaska incontrerà sulla sua strada diversi personaggi: Jan e Rainey, una coppia hippie; Wayne Westerberg, un giovane trebbiatore del South Dakota; Tracy, una giovane cantautrice hippie e Ron, un anziano veterano scontroso, chiuso nei suoi ricordi, a cui cambierà la vita con il suo messaggio di libertà e amore fraterno e dai quali riceverà la formazione necessaria per affrontare le immense terre dell'Alaska."

Io lo amato questo film, e` girato superbamente, la location e` incantevole, il personaggio di Cristopher e` reale, mi e` entrato nelle viscere, mi sembrava di averlo partorito io questo figlio e mi ha fatto anche tanto soffrire.
Mi sono messa nei panni sia di Cristopher che di sua madre.
Nei panni di lui che ha voluto scappare da genitori fallimentari.
Nei panni di lei e del suo amore imperfetto, lo amava come solo una madre puo` amare un figlio, nonostante il suo egoismo, i suoi errori, le sue superficialita`.
Quello che Cristopher ha fatto ai suoi genitori e` stato al contempo buono e terribile: fargli aprire gli occhi, costringerli a capire che hanno cresciuto i loro figli a pane e conformismo, scuotere la loro coscienza sopita attraverso il dolore, accorgersi finalmente che dietro il benessere ed il successo c'era invece tanta infelicita`, ma Cristopher ha reagito alla violenza delle parole non dette con un'altra violenza: l'abbandono.
Nessuna possibilita` di redimerti, di essere perdonato, di lasciare finalmente che cio` che hai dentro di piu` istinitivo, che val al di la` dell'educazione impartita, dei soldi posseduti, della posizione sociale acquisita, possa emergere e toccare le corde profonde di quell'uomo che e` diventato tuo figlio.
All'egoismo con l'egoismo.
E tu che segui questa storia sei li` che ti struggi dentro per questo desiderio di ritorno, di abbraccio, di pace,  ti rendo conto che Cristopher sta cambiando e sta crescendo, finalmente si lascia insegnare da un adulto quello che non ha mai voluto sentirsi dire il perdono e` amore (il vecchio Ron gli dice prima di lasciarlo andare: "Si vede che hai dei problemi con la chiesa. Ma c'è una cosa più grande di cui possiamo tutti renderci conto. Non mi pare che ti dispiaccia di chiamarla Dio. Quando si perdona, si ama. E quando si ama la luce di Dio scende su di noi”).
E poi capisci che per quanto inizi a desiderarlo non tornera` mai indietro, la natura con cui cerca un contatto estremo e` stata catartica e maestra, ma Cristopher morira` di stenti, la sua via del ritorno bloccata da un fiume in piena.
Questo amore "ricreato" i suoi genitori non lo potranno mai piu` gustare.

Cerchiamo la nostra indipendenza dall'uomo, ma ci realizziamo amando.

"Qui trova la natura selvaggia ed incontaminata che, con il passare del tempo, gli fa comprendere che la felicità non è nelle cose materiali che circondano l'uomo o nelle esperienze intese come eventi indipendenti e fini a sé stessi, ma nella piena condivisione e nell'incontro incondizionato con l'altro.
A conferma di questo Christopher, poco tempo prima di morire di stenti, scriverà su uno dei libri che era solito leggere "Happiness only real when shared": felicità è autentica solo se condivisa."

HAPPINESS ONLY REAL WHEN SHARED
 
 
questo e` il vero Christopher Johnson McCandless e la foto e` stata trovata nel rullino della sua macchina fotografica ancora da sviluppare. 


Le ultime parole scritte sono su un foglietto:"Ho avuto una vita felice e ringrazio Dio. Addio e che Dio vi benedica".

Ora che ripenso a questo ragazzo e alla sua storia e riguardo frammenti di film su you tube ancora mi si ribella lo stomaco al pensiero della sua morte. Quello che un po' mi consola sono queste ultime parole scritte perche` lui cosi` solo poi non si sentiva e la sua esperienza mi riporta alla mente un'altro film visto di recente che e` altrettanto forte e la cui storia e` altrettanto reale e di cui magari riusciro` a parlare fra un po' di tempo.

A me questa ricerca di Dio nella vita di tutti i giorni serve come preparazione al Natale, perche` diciamoci la verita`: di fronte alle guerre, alla fame, alla malattia (anche a quella di mio papa`), alla droga, allo sfruttamento non ho voglia di anestetizzarmi con ghirlande, magnate pantagrueliche e cascate di regali (che tra parentesi neanche possiamo permetterci).
Ho la necessita` impellente di vederlo questo Cristo in mezzo a noi. Voglio che venga qui, lo desidero ogni giorno e sono felice che quest`Avvento stia iniziando.




4 commenti:

  1. Certo che ogni volta che vengo qui e leggo tu mi stupisci in tanti modi diversi.
    Ora me lo procuro, sto film.
    E poi ne parliamo :)
    Intanto grazie.

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  2. Si dai parliamone e intanto grazie a te.
    Scake

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  3. Ho visto anche io In to the Wild in tre parti: ero a casa con mio figlio, era estate, quindi lui avrà avuto tre o quattro mesi. Ero riuscita ad uscire e a raggiungere un distributore di dvd (un residuato bellico) con lui urlante nella carrozzina, ero tornata a casa e in due giorni, tra le varie poppoate 8erano una dozzina al giorno ai tempi) ce l'avevo fatta.
    Mi aveva scrollato di dosso, se non altro per un paio di giorni, quella depressione e quella condizione di infinita prostrazione in cui ho vissuto in quei mesi.
    Un sorriso a Scake

    Grazia

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  4. ...catartico appunto...
    e comunque molto intenso.
    Grazie un sorriso a te!

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