vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

lunedì 2 settembre 2013

Settembre: crescere.


Non so da che parte cominciare perche` le cose che vorrei dire e resocontare sono molte, ma mi trovo ancora in modalita` slow e faccio un po' fatica a quagliare.

Sicuramente c'e' il fatto che sono tornata in rete e in realta` sono stata lontana solo pochi giorni.
Verso il 20 di agosto sono approdata definitivamente in Instagram e sono rimasta intrappolata in quella immensa meravigliosa affascinante rete di immagini da tutto l'universo.
Mi sono assentata realmente solo da Facebook, di cui mi e`mancata l'immediatezza della comunicazione minima, e da Gmail e Google search da cui in verita` sono dipendente per ogni minima cretinata: ricetta che non  mi ricordo, posizione geografica di un luogo, previsioni meteo, notizie dell'ultimo minuto, info su autori e libri, prenotazioni testi in biblioteca....

La mia scoperta reale e` stata pero` per l'appunto Instagram.
Io contribuisco in maniera minima, ogni tanto posto qualche scatto...il problema e` COME realizzarlo!
Mi spiego meglio: il mio cellulare e` un Windows phone e quindi non puo` sfruttare questa applicazione percio` uso il tablet di mio marito che raramente porta al lavoro (YUPPIIIII!), ma che (UFFAAAAA...) ha la telecamera rivolta verso lo schermo. Sono diventata un'abile contorsionista: per scattare le foto assumo posizioni con angolature impossibili, pero` mi riescono!
[andate avedere sul mio profilo: mi chiamo canarino13 e non chiedetemi perche`]
E l'applicazione ha dei belllissimi filtri per lavorare sugli scatti, soprattutto per una come me che ama ritrarre le cose, ma non e` una professonista.







E poi e poi ... entrare nelle case delle persone, i loro abiti, le loro abitudini, la varieta` dei cibi che mangiano, spesso ancora e per fortuna legata al posto in cui vivono.
Giardini, fiori, montagne, albe e tramonti, ponti, fiumi, mare, nuvole, erbe, sassi, animali e amici, disegni, dipinti, citta`, baite di alta montagna, oggetti, ingredienti sconosciuti, libri, cappuccini e caffe`.
Bello, mi piace un sacco. Ogni volta e` come sfogliare una costosa rivista di design o andare al cinema per gustarsi una sequenza di buffi cortometraggi.

Dico la verita` che in alcuni casi la qualita` dei contenuti e`bassissima.
Sono rimasta impressionata dalla quantita` di ragazzi che non fanno altro che fotografarsi gli addominali ed i bicipiti davanti allo specchio o di ragazze che immortalano i loro culi stretti in fascianti outfits da "serata specialissima". Non parliamo poi dalla fastidiosa (per me si intende) mole di autoritratti di signorine asiatiche con i capelli chilometrici, vestite come bamboline che ostentano una insopportabile aria da "lolite del sol levante"...non le reggo proprio, mi danno i nervi.
Per il resto c'e' gente che regala immagini meravigliose ed io mi ci perdo davvero, ci sto appena ho un minuto libero. Mi fanno sognare.

Inoltre di questa rete di possibilita' di espressione nel web mi piace il fatto che puoi farti conoscere difendendo comunque la tua privacy (forse di privato c'e' rimasta solo la faccia in verita`), ma poter comunicare con un'immagine senza inquadrare per forza te stesso, lasciare un segno con le parole, scrivere quello che provi o fai senza compromettere la sicurezza dei tuoi figli, in maniera rapida lanciare su tutta la superficie terrestre il tuo messaggio qualsiasi esso sia e ricevere una risposta da una persona che abita nell'altro emisfero.
E` un gioco divertente che stimola la mia innata curiosita`.

A volte la risposta arriva da persone che abitano molto piu` vicine pero`.
E' quello che mi e` successo in questo agosto strano con Marzia (che lo racconta qui) e la Madame che ha questo blog.
Sono stati due incontri molto belli, davvero molto.
Guardare negli occhi una persona di cui sai molte cose, ma che non hai mai incontrato di persona ti fa venire voglia di fare un sacco di domande. E` come provare improvvisamente la frenesia di completare un puzzle a cui mancano i pezzi che corrispondono al suo viso: hai tutto il resto, il contesto in cui si muove, le persone che la circondano, perfino i vestiti che si mettera` se conosci il lavoro che svolge e la vita che conduce, ma la faccia, lo sguardo e la voce devi proprio goderteli di persona.

E poi e poi...ho panificato perche` il tempo e` cambiato e accendere il forno non e` piu` un suicidio, (infatti mi sono gia` beccata un raffreddore galattico, di quelli tosti veramente).
Pero` non mi va per niente di parlare gia` di autunno, di vacanze che finiscono, di ritorno e ansia da ritorno. Non mi va di pensarla tragica e affrontarla gia` sbuffando, e` vero le cose da fare sono tante e impegnative, ma perche` non posso prenderla in maniera entusiasmante?
M. va a concludere le scuole medie e a decidere cosa fare da grande (o almeno a iniziare a pensarci). E. invece lo inizia questo percorso delle medie.
G. finisce le scuole elementari.
E. affronta il terzo anno delle elementari che come ho imparato sul campo e` un anno di grandi cambiamenti e sfide.
L. invece piccolina diventa una grande della scuola materna, ha cosi` tanta voglia di imparare...
I miei figli vogliono crescere, ma tutti hanno il timore del cambiamento.
Avranno bisogno del mio sostegno, della mia pazienza, di tutte le mie forze...
.....aaaahhhhh bene siamo messi allora!!!!!!

Matteo Caccia su LaEffe parlava di crescita e intervistava Baricco, trasmetteva spezzoni di filmati su un discorso di Steve Jobs e io sono rimasta colpita da alcuni pensieri che ne sono emersi.
Se ci guardiamo attorno possiamo notare che i bambini (pensiamo a quelli di 4 o 5 anni ad esempio) sono dei super-uomini, nel senso che si arrampicano, saltano, corrono, con una resistenza che a volte ci sorprende, sono curiosi, sono perspicaci, sono volitivi, hanno una memoria fresca, mentre quando si diventa adulti c'e` una decrescita in questo senso e il corpo e la mente spesso hanno una specie di regressione. Ma crescere vuol dire anche questo: cambiare, aprirsi alla novita` ed il cambiamento e` sempre un lasciare indietro cose e persone che non torneranno piu`. A volte il dolore della perdita e` talmente grande che alcuni non sono disposti a cambiare, a crescere appunto.

Queste affermazioni mi hanno fatto molto pensare, soprattutto a me stessa ed al mio mondo.
Quante volte mi sono fatta prendere dallo sconforto delle novita`? E perche`?
Perche` ho respirato anch'io quell'aria di "mentalita` piccolo borghese" che la societa` mi vuole imporre per cui nella vita dopo aver tanto lavorato, tanto dato, tanto speso ora e` venuto il momento di sedermi a ricevere. E cosi` il cerchio della mia esistenza si stringe ed il cielo si chiude.
Con questo tipo di atteggiamento l'unico risultato che posso ottenere sara` un piattume unico, le cose sempre uguali a se stesse, abitudini e riti che perderanno di senso.
Io voglio continuare a crescere ad evolvermi in qualcos'altro, come posso, come riesco, come viene.

Pensavo a mio papa`.
L'altro giorno non riuscivo a guardare un filmino di 5 anni fa in cui camminava, parlava (mi ha scioccato sentire di nuovo la sua voce), giocava con i suoi nipoti, li teneva in braccio. Ho avuto una fitta al cuore e ho lasciato che i miei figli scoprissero come era il loro nonno quando loro erano piccolini, mentre io me ne sono andata a stendere i panni.
La sua regressione ha rimesso in discussione tutti i ruoli di noi che gli giriamo attorno.
Anche mia madre ha dovuto ridefinire se stessa, cambiare ritmi, imparare cose nuove, doverne lasciare altre.
Da un certo punto di vista tutto questo non e` solo una perdita (certo lo e`), ma anche una nuova occasione. Credo che con le prove, le sofferenze Dio mi stia chiedendo di crescere, di trasformarmi in una persona nuova, sono sfide che plasmano, che mi avvicinano a quello che Lui vuole che io sia.
E sapete che vi dico? Non mi dispiace, non sono infelice, certo soffro, ma chi non soffre? Chiudermi non mi aiuta a stare meno male. Non vedo una crudelta` in questa cosa (e Dio solo sa quanto mi manca il mio papa` di prima), vedo solo un modo per insegnarci ad andare incontro a quello che tutti ci fa cagare sotto dalla paura: la morte.
Che in fondo a volerla vedere in un altro modo e` solo l'ultimo atto di una crescita che ci accompagna da quando siamo concepiti.

Ok non volevo ne` fare della filosofia spicciola ne` arrovellarmi il cervello in spiegazioni razionali della mia fede. Ho solo ascoltato una trasmissione su un canale certamente non clericale e mi sono trovata a pie` pari faccia a faccia con la mia anima. Buffo ed interessante.




E comunque questo ultimo-primo giorno di asilo per L. che l'anno prossimo andra` alle scuole elementari ce lo festeggiamo con un crumble.
Che vi devo dire? I crumble sono stati l'accompagnamento dolce di quest'estate: si fanno con la frutta, sono rapidi da realizzare e cuociono abbastanza in fretta.
Altrettanto velocemente finiscono comunque.

"peaches and rhubarb crumble" fresco di .... INSTAGRAM!!!
 

2 commenti:

  1. Che belle le tue riflessioni sul cambiamento, io a parole l'ho sempre amato ma poi la paura ha vinto, tante e troppe volte. Questo è forse ciò che più sta mutando in me, sto lasciando andare la paura, e così ogni evoluzione appare più naturale.
    Mi hai fatto venire voglia di rifletterci sopra ... :)
    Buon inizio settembrino, che sia caldo e profumato come il tuo pane.

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  2. Grazie, mi hai intrigato un sacco con la storia del'imbuto, ancora sto qui che ci penso...e ho risposto a modo mio con quello che mi attraversava il cervello appena letto il tuo post! Bello!

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