vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

giovedì 17 agosto 2017

adesso

Cima Paganella - agosto 2017
Sono le 16.15.
Ho bevuto il caffè di stamattina riscaldato al micro con un goccino di latte, ho fatto merenda con una ciotola di yogurt bianco, noci, semi di lino, semi di girasole, banana e fragola.
Ho la radio accesa a un volume forse troppo alto.
Un vago senso di nausea perché mi sono fatta un pisolo di mezz'oretta.
Devo decidere cosa fare di questo pomeriggio.
Dovrei liberare dal ghiaccio il freezer perchè lo sportellino è rimasto un pelo scostato e si è riempito di "neve".
Dovrei andare in soffitta a dare un occhio alle misure del letto per M. e pensare come dovrebbe essere la sua camera.
Dovrei arrampicarmi sulle mensole del soggiorno per togliere la polvere e rimettere in ordine i libri che "loro" hanno messo male.
Dovrei selezionare i quaderni vecchi di L. per fare spazio al materiale nuovo per l'anno scolastico che arriva.
Dovrei stirare le polo di N.
E sto qui seduta a scrivere.

Dentro in fondo sono triste. E' per quello che mi sono messa a scrivere, forse se esce questo disagio mi sento meglio.

Come possono cambiare in fretta le cose quando hai a che fare con esseri umani.

I miei figli sono cresciuti tutto d'un tratto, sono tutti lunghi-lunghi, magri-magri.
I maschi hanno i peli sulle gambe, i piedoni e la voce stridula.
Le femmine la vita stretta, i fianchi larghi e i capelli lunghi fluenti.
L'unica che ancora sembra una bambina fisicamente e la più piccola, che però già da qualche giorno quando le faccio notare che non ha fatto una cosa che le avevo detto detto 20 volte di fare mi risponde a voce alta scocciata.

L'adolescenza non mi piace ok?
Mi piace fuori perché sono tutti belli, in crescita, in fiore, tonici, scattanti.
Ma dentro sono un casino allucinante e non posso più aiutarli, non vogliono essere più aiutati, non mi vogliono più.
Si dai che sega adesso si piange addosso.
Che sega sì perché è vero, è tristissimo, sono tutti i fuga, sgusciano via sia fisicamente che nei pensieri, non so più niente di loro, ricci chiusi con gli aculei pronti a pungere.
Soprattutto le due femmine più grandi nascondono tanti segreti che non vogliono assolutamente condividere con me, come se poi fossi sempre stata una che ficca il naso nelle loro cose. Anzi se mi devo rimproverare qualcosa (parecchio a dire la verità) è proprio il fatto che sono stata una di poche parole con loro. Molto poco affettuosa nei gesti, un po' rigida come dire.

Ho paura che si facciano male, tanta paura.

Per non parlare dei miei genitori.
Inchiodati alla malattia.
Ogni giorno una lotta per arrivare serenamente alla vecchiaia pur senza salute.

E io?
Lasciamo perdere.
Ma perché mi sta cascando la faccia??

Per fortuna che c'è mio marito: nonostante abbia un carattere ancora difficilissimo da decifrare, ha uno spirito molto allegro e quando torna tardi da lavoro (maledetto lui e tutta la ricerca elettronica dell'universo) è sorridente e si mette subito all'opera. Sono io quella che non ha più voglia di parlare, che si piazzerebbe davanti a Netflix per non sentire più il peso della giornata.
Lui è pronto a ributtarsi nella mischia e ad affrontare tutti i discorsi fino a tardi.
Sono più le volte che lo mando a remengo.
Ma spesso mi aiuta.

Oggi va così.
Complimenti bel rientro nel blog dopo un anno di assenza.


2 commenti:

  1. Rientro anch'io oggi nel blog, dopo più di un anno, ho diversi blog perché mi piace separarli per argomento, e non riesco ad aggiornarne come si deve nemmeno uno.
    Non per mancanza di tempo, quello no, ne butto una marea in giochini sul cellulare che non mi portano da nessuna parte, ma che aiutano a non pensare, ma proprio per una stanchezza fisica e mentale, somma di tante cose come per te.
    mi auguro che da oggi anche per te sia una ripartenza, un tornare a fare cose che ti fanno stare bene. un abbraccio

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    1. Maledetto cellulare...io giochini no, ma notizie, immagini,film...
      Grazie Leyla

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