vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

mercoledì 25 settembre 2013

Di cibo, diete e salute



"Non credo nella sfiga, ma quando dici che sei a dieta ti porti sfiga da sola".
Questa e` mia, ma potrebbe essere inclusa negli aforismi di Oscar Wilde no?

Il mio piu` grosso problema con la dieta (lo dico spudoratamente: mi sto giustificando) e` che cucino molto.

Cucino per necessita`:
  • piu` cucini piu` risparmi, scegliere i tagli di carni meno pregiati, prendere la verdura esclusivamente di stagione magari terrosa dall'orto o dal banchetto del mercato vuol dire risparmiare in termini di soldi, ma prende molto tempo, perche` la carne che costa meno di solito va cotta di piu`, perche` la verdura va pulita, preparata e inoltre per non essere ripetitivi in cucina e` necessaria un po' di creativita'. E comunque fattela veni' l'idea 365 giorni l'anno!
  • ho una serie di parenti molto stretti in casa perennemente affamati. A volte rasento la disperazione! Soprattutto in estate quando si muovono molto e bruciano energie gli intervalli tra un pasto e l'altro si accorciano, gli spuntini sono piu` consistenti e i piatti in tavola piu` abbondanti.
  • mio marito e` un viziatone. Colpa in primis della sua mamma che ha abituato i suoi figli a mangiare bene e molto vario cucinando pesce e reinterpretando gli avanzi con fantasia. Colpa mia che i primi anni di matrimonio ci tenevo a fare contento il maritino cucinandogli cose buone e poi negli anni spinta dalla curiosita` "I let my oven wandering all over the world" e adesso siamo arrivati al punto che "Amore perche` non mi porti fuori a cena?" "Ma ciccia si mangia cosi` bene qui a casa nostra!". SNORT E SGRUNT!





Cucino perche` mi piace mangiare.
Io vengo da una famiglia di mangioni. Ci piace mangiare bene e tanto e sono stata abituata che la giornata gira attorno ai due pasti principali che vanno preparati con cura e intelligenza. E` cresciuta con gli anni la consapevolezza che salute passa dal piatto e quindi la ricerca degli ingredienti e` accurata, non dico maniacale, ma molto attenta si.
E poi la ripetitivita` mi fa tanta tristezza.
Cucinare per gli altri, preparare la tavola, sedersi in compagnia e` un ottimo modo per me di passare il tempo, molto piu` divertente che andare per negozi o fare una partita a tennis (sport che adoro).
Quando ero ragazza andavo matta per i piatti salati, in un buffet non andavo mai in cerca della torta. Adesso invece ho una perenne sensazione che mi manchino zuccheri! Mi tengo il posticino per il dolce e lo attendo con trepidazione.

Per cui fare la dieta per me e` una pena e una fatica allucinante.
Pero` la devo fare, so che la devo fare, per questioni piu` di salute che estetiche.
Nel dicembre del 2012 mi sono lanciata molto convinta e sono stata brava fino  febbraio, sono calata senza fatica di 4 chili solo riducendo le dosi, ho tenuto duro perfino sotto le feste di Natale!
Poi con la primavera e` subentrata una stanchezza tremenda e la mole di lavoro con la famiglia e gli impegni di questi figli mi hanno travolto come una slavina e io sono rimasta sotto.
C'e` anche un altro motivo per cui faccio fatica a rinunciare a mangiare: la sensazione della fame, lo stomaco che reclama il cibo mi terrorizza, mi fa salire l'ansia. I primissimi sintomi della malattia che mi ha colpito nel 2009 furono proprio gastrici: dispepsia, nausea, crampi allo stomaco, iperpiressia e altre cose simpatiche. Percio` ogni disturbo allo stomaco oggi mi riporta indietro nel tempo e vado nel panico: svegliarmi di notte con lo stomaco che brontola vuol dire restare sveglia seduta nel letto al buio con la paura che sale verso la gola.
Brutto brutto lo so.
Pero` ke kavolo mica posso permettermi di non calare i kili che devo calare per via della paura!
Enno`.

Cosi` da qualche giorno il mio motto e` "THINK THIN" ovvero "PENSA MAGRO".
Perche` nella maggiorparte dei casi (a parte qualche fortunatissimo personaggio) le persone magre mangiano meno, decisamente. Io magra non sono mai stata, pero` quando stavo male passavo intere giornate saziandomi con un solo biscotto e una camomilla. La fame ha molto di psicologico e pensare al cibo come una persona che mangia poco vuol dire sentirsene un po' piu` distaccata.

Detto questo oggi ho pesato tutto, differenziato i pasti tra me ed i miei figli, ho bevuto molto e ho cercato di avere con il cibo un rapporto sereno. Io non lo so quanto durera`, ma sara` almeno un tentativo fatto.
Negli anni (vuoi anche per la mia professione) ho accumulato una serie di nozioni intorno al mangiare correttamente per cui potrei essere consultata come un'enciclopedia, lo dico senza falsa modestia perche` e` stata una necessita` imparare il comportamento corretto a tavola e di conseguenza anche in cucina.

Oggi a apranzo per esempio mi sono cucinata un risottino sfizioso stufando le cipolle nel latte invece che rosolandole nell'olio e usando l'odioso riso parboiled.
Chi deve perdere peso il riso e` meglio che lo mangi parboiled perche`il trattamento subito dopo la brillatura impedisce durante la cottura casalinga di rilasciare l'amido che e` quella meravigliosa cremina bianca che permea e lega tra loro i chicchi nel risotto. L'amido subisce una scissione gia` in bocca e poi nello stomaco e dalla scissione si libera glucosio che e` la principale fonte di energia del nostro organismo. Comunque grazie al latte un minimo di mantecatura l'ho ottenuta anche per questo risotto. Inutile dire che per non coinvolgere i miei figli nelle mie rinunce accanto a me si mestolava un risotto tradizionale stupendamente cremoso...

Io comunque insisto.
Ce la metto tutta.
Ogni volta che penso al cibo nella mia mente rieccheggiano due piccole paroline "Think thin" e quando mi arrivano al naso i profumi del forno faccio mio il motto di Rocky "Non fa male!".
Nonostante cio' che segue ora a conclusione di questo post:  un piccolissimo assaggio della mia produzione settimanale.

merenda

 
Rye Levi Jewish bread in preparazione



 



soft & crusty

insignificanti melette selvatiche...




...tasty apple-cinnamom-raisin cake


dall'orto alla padella

dalle ultime fragole...

...alle provviste da stivare

Banana bread in progress

pronto da glassare con cioccolato fondente


quello per la mia colazione

con l'aiuto di L. che ha scelto lo stampino...

...cuorignocchi alla romana ♥ ♥


 

martedì 17 settembre 2013

Cuore di bestia: la mia recensione su Zebuk

Eccomi di nuovo su Zebuk!
 
OGNI VOLTA IL CUORE MI BATTE FORTE
MANCO MI AVESSERO PUBBLICATO UN LIBRO TUTTO MIO!!!
E` l'effetto che mi fa potermi esprimere a largo raggio, credo.
 
Comunque ho letto questo libro incredibile
e la mia recensione si puo` leggere
 
e poi anche qui sul mio blog di lettura.
 
 
 
♥

giovedì 5 settembre 2013

La torta di Comida alle mele desuete ....di Scake

 
Primi giorni di materna per la piccoletta. Settimana prossima primi giorni di elementari e medie per gli altri quattro, come dicevo nello scorso post.
Sono in vena di coccole culinarie per i miei pargoli percio` sempre piu` spesso in cucina stazionano piatti in porcellana coperti da tovaglioli di stoffa (altrimenti e` un'abbuffata colossale fuori controllo) con dolci e pane alla p.m. integrale.
Io sono in dieta perenne no? Percio` per me si tratta solo di un assaggio minimal a merenda e una fetta a colazione.

Siamo partiti con il crumble al rabarbaro e pesca (ci ho gettato dentro anche qualche prugnetta troppo matura) e oggi approdiamo a quella che Elena ha chiamato la torta alle mele desuete e che ha rispolverato su Facebook dedicandola il due settembre a tutte le mamme e i bambini che iniziavano la scuola materna.
E mi e` piaciuta Comida sai? Proprio buona, non sono solo le mele ad essere antiche in questo dolce, ma anche l'effetto che regala questa delizia una volta che la metti in bocca: un morso di ricordi, so cozy!



Se andate a clikkare sulla pagina del blog di Comidademama troverete anche le foto delle mele antiche che coltivano qui nei dintorni, mele che non hanno un commercio in realta` perche` non rendono economicamente come le varieta` che ci troviamo nel carrello della spesa. Qualche appassionato contadino amante della terra le coltiva per non perderle, un gesto ricco di umanita` nel rispetto della biodiversita`.

Detto questo anch'io piu` o meno inconsapevolmente contribuisco a questo recupero. Non faccio niente in realta` di particolare, ne' io ne' i miei genitori, se non difendere con cocciutaggine quell'albero contorto e nodoso che sta abbarbicato sul muro di sassi che divide il prato della nostra baita dalla strada forestale. Non e` nostro, non e` di nessuno. Per di piu` e` stato innestato negli anni con scarso successo. Cresce alla modestissima altitudine di 1540m s.l.m., e` pure bruttino ed i suoi rami sono nerastri, le foglie rugginose, i frutti piccoli e spesso feriti, cicatrizzati.
Pero` le melette, che sono di almeno tre tipi diversi mi pare di capire (le distinguo solo mettendone in riga parecchie perche` sono cosi` brutte che vanno osservate a lungo prima distinguerle), quasi immangiabili da crude, in cottura sprigionano un profumo fruttatissimo e un sapore deciso ma gradevole.
Io le uso nelle torte, avendo cosi` poca polpa e per di piu`molto compatta non rendono assolutamente cotte in purezza. Non sono cotogne, non sono bramley, sono melette che al primo sguardo non dicono nulla.
Ma quando le mescoli ad un impasto di uova e burro o le chiudi condite tra due strati di shortbread (la frolla britannica) sono un puro godimento.

E` la classica mela da Applepie che contrasta amabilmente con la dolcezza e la burrosita` della frolla. Nella Applepie non puoi metterci una Golden (a meno che tu non l'abbia tirata giu` dall'albero mezzo minuto prima di averla messa nella tortiera, quando gli acidi di frutta sono tutti ancora frizzanti) o una Gala o una Gloster e neanche una Granny Smith troppo acida. Sono tutte varieta` troppo gonfie di acqua, neanche la mitica renetta da Strudel va bene per via del sapore. Al limite si puo` provare a creare un mix di mele per avvicinarsi alla consistenza e sapore ideali.
Per fare la Applepie dei tuoi sogni (ammesso che tu sogni applepie di notte come me) ci devi mettere una Bramley che e` una mela molto grande, dalla buccia spessa e con qualche puntino di ruggine. Se confondendola con un'altra mela te la metti in bocca non percepirai nessun sapore particolare e troverai la polpa fastidiosissima sotto i denti. In cottura pero` si trasforma: diventa profumata e saporita. Quando ero ad Edinburgh la scorsa estate ne ho cotte a kili per accompagnare scones imburrati.

una delle mie merende scozzesi: a sinistra raspberry jam, a destra composta di bramley
Le melette vecchie della baita (per non dire antiche che e` un aggettivo che le nobilita troppo) sono le perfette sostitute di questa varieta` inglese che da noi non si trova.
Posso quindi solennemente affermare che io almeno una volta l'anno in autunno posso realizzare a casa mia HER MAJESTY MRS APPLEPIE! Ovviamente per fare una Bramley ci vogliono dieci melette delle mie vista la differenza di dimensioni.

Oppure posso fare questa torta rustica e buona per la cui ricetta rimando al blog di Elena e di cui vi lascio le mie foto di oggi. I bambini si sono leccati le dita, i baffi e tutte le bricioline cadute sul tavolo. E anche mio marito.

pronta da infornare

profumatissima!
Ah! Dimenticavo di dire che e` pure semplice da fare!
 

lunedì 2 settembre 2013

Settembre: crescere.


Non so da che parte cominciare perche` le cose che vorrei dire e resocontare sono molte, ma mi trovo ancora in modalita` slow e faccio un po' fatica a quagliare.

Sicuramente c'e' il fatto che sono tornata in rete e in realta` sono stata lontana solo pochi giorni.
Verso il 20 di agosto sono approdata definitivamente in Instagram e sono rimasta intrappolata in quella immensa meravigliosa affascinante rete di immagini da tutto l'universo.
Mi sono assentata realmente solo da Facebook, di cui mi e`mancata l'immediatezza della comunicazione minima, e da Gmail e Google search da cui in verita` sono dipendente per ogni minima cretinata: ricetta che non  mi ricordo, posizione geografica di un luogo, previsioni meteo, notizie dell'ultimo minuto, info su autori e libri, prenotazioni testi in biblioteca....

La mia scoperta reale e` stata pero` per l'appunto Instagram.
Io contribuisco in maniera minima, ogni tanto posto qualche scatto...il problema e` COME realizzarlo!
Mi spiego meglio: il mio cellulare e` un Windows phone e quindi non puo` sfruttare questa applicazione percio` uso il tablet di mio marito che raramente porta al lavoro (YUPPIIIII!), ma che (UFFAAAAA...) ha la telecamera rivolta verso lo schermo. Sono diventata un'abile contorsionista: per scattare le foto assumo posizioni con angolature impossibili, pero` mi riescono!
[andate avedere sul mio profilo: mi chiamo canarino13 e non chiedetemi perche`]
E l'applicazione ha dei belllissimi filtri per lavorare sugli scatti, soprattutto per una come me che ama ritrarre le cose, ma non e` una professonista.







E poi e poi ... entrare nelle case delle persone, i loro abiti, le loro abitudini, la varieta` dei cibi che mangiano, spesso ancora e per fortuna legata al posto in cui vivono.
Giardini, fiori, montagne, albe e tramonti, ponti, fiumi, mare, nuvole, erbe, sassi, animali e amici, disegni, dipinti, citta`, baite di alta montagna, oggetti, ingredienti sconosciuti, libri, cappuccini e caffe`.
Bello, mi piace un sacco. Ogni volta e` come sfogliare una costosa rivista di design o andare al cinema per gustarsi una sequenza di buffi cortometraggi.

Dico la verita` che in alcuni casi la qualita` dei contenuti e`bassissima.
Sono rimasta impressionata dalla quantita` di ragazzi che non fanno altro che fotografarsi gli addominali ed i bicipiti davanti allo specchio o di ragazze che immortalano i loro culi stretti in fascianti outfits da "serata specialissima". Non parliamo poi dalla fastidiosa (per me si intende) mole di autoritratti di signorine asiatiche con i capelli chilometrici, vestite come bamboline che ostentano una insopportabile aria da "lolite del sol levante"...non le reggo proprio, mi danno i nervi.
Per il resto c'e' gente che regala immagini meravigliose ed io mi ci perdo davvero, ci sto appena ho un minuto libero. Mi fanno sognare.

Inoltre di questa rete di possibilita' di espressione nel web mi piace il fatto che puoi farti conoscere difendendo comunque la tua privacy (forse di privato c'e' rimasta solo la faccia in verita`), ma poter comunicare con un'immagine senza inquadrare per forza te stesso, lasciare un segno con le parole, scrivere quello che provi o fai senza compromettere la sicurezza dei tuoi figli, in maniera rapida lanciare su tutta la superficie terrestre il tuo messaggio qualsiasi esso sia e ricevere una risposta da una persona che abita nell'altro emisfero.
E` un gioco divertente che stimola la mia innata curiosita`.

A volte la risposta arriva da persone che abitano molto piu` vicine pero`.
E' quello che mi e` successo in questo agosto strano con Marzia (che lo racconta qui) e la Madame che ha questo blog.
Sono stati due incontri molto belli, davvero molto.
Guardare negli occhi una persona di cui sai molte cose, ma che non hai mai incontrato di persona ti fa venire voglia di fare un sacco di domande. E` come provare improvvisamente la frenesia di completare un puzzle a cui mancano i pezzi che corrispondono al suo viso: hai tutto il resto, il contesto in cui si muove, le persone che la circondano, perfino i vestiti che si mettera` se conosci il lavoro che svolge e la vita che conduce, ma la faccia, lo sguardo e la voce devi proprio goderteli di persona.

E poi e poi...ho panificato perche` il tempo e` cambiato e accendere il forno non e` piu` un suicidio, (infatti mi sono gia` beccata un raffreddore galattico, di quelli tosti veramente).
Pero` non mi va per niente di parlare gia` di autunno, di vacanze che finiscono, di ritorno e ansia da ritorno. Non mi va di pensarla tragica e affrontarla gia` sbuffando, e` vero le cose da fare sono tante e impegnative, ma perche` non posso prenderla in maniera entusiasmante?
M. va a concludere le scuole medie e a decidere cosa fare da grande (o almeno a iniziare a pensarci). E. invece lo inizia questo percorso delle medie.
G. finisce le scuole elementari.
E. affronta il terzo anno delle elementari che come ho imparato sul campo e` un anno di grandi cambiamenti e sfide.
L. invece piccolina diventa una grande della scuola materna, ha cosi` tanta voglia di imparare...
I miei figli vogliono crescere, ma tutti hanno il timore del cambiamento.
Avranno bisogno del mio sostegno, della mia pazienza, di tutte le mie forze...
.....aaaahhhhh bene siamo messi allora!!!!!!

Matteo Caccia su LaEffe parlava di crescita e intervistava Baricco, trasmetteva spezzoni di filmati su un discorso di Steve Jobs e io sono rimasta colpita da alcuni pensieri che ne sono emersi.
Se ci guardiamo attorno possiamo notare che i bambini (pensiamo a quelli di 4 o 5 anni ad esempio) sono dei super-uomini, nel senso che si arrampicano, saltano, corrono, con una resistenza che a volte ci sorprende, sono curiosi, sono perspicaci, sono volitivi, hanno una memoria fresca, mentre quando si diventa adulti c'e` una decrescita in questo senso e il corpo e la mente spesso hanno una specie di regressione. Ma crescere vuol dire anche questo: cambiare, aprirsi alla novita` ed il cambiamento e` sempre un lasciare indietro cose e persone che non torneranno piu`. A volte il dolore della perdita e` talmente grande che alcuni non sono disposti a cambiare, a crescere appunto.

Queste affermazioni mi hanno fatto molto pensare, soprattutto a me stessa ed al mio mondo.
Quante volte mi sono fatta prendere dallo sconforto delle novita`? E perche`?
Perche` ho respirato anch'io quell'aria di "mentalita` piccolo borghese" che la societa` mi vuole imporre per cui nella vita dopo aver tanto lavorato, tanto dato, tanto speso ora e` venuto il momento di sedermi a ricevere. E cosi` il cerchio della mia esistenza si stringe ed il cielo si chiude.
Con questo tipo di atteggiamento l'unico risultato che posso ottenere sara` un piattume unico, le cose sempre uguali a se stesse, abitudini e riti che perderanno di senso.
Io voglio continuare a crescere ad evolvermi in qualcos'altro, come posso, come riesco, come viene.

Pensavo a mio papa`.
L'altro giorno non riuscivo a guardare un filmino di 5 anni fa in cui camminava, parlava (mi ha scioccato sentire di nuovo la sua voce), giocava con i suoi nipoti, li teneva in braccio. Ho avuto una fitta al cuore e ho lasciato che i miei figli scoprissero come era il loro nonno quando loro erano piccolini, mentre io me ne sono andata a stendere i panni.
La sua regressione ha rimesso in discussione tutti i ruoli di noi che gli giriamo attorno.
Anche mia madre ha dovuto ridefinire se stessa, cambiare ritmi, imparare cose nuove, doverne lasciare altre.
Da un certo punto di vista tutto questo non e` solo una perdita (certo lo e`), ma anche una nuova occasione. Credo che con le prove, le sofferenze Dio mi stia chiedendo di crescere, di trasformarmi in una persona nuova, sono sfide che plasmano, che mi avvicinano a quello che Lui vuole che io sia.
E sapete che vi dico? Non mi dispiace, non sono infelice, certo soffro, ma chi non soffre? Chiudermi non mi aiuta a stare meno male. Non vedo una crudelta` in questa cosa (e Dio solo sa quanto mi manca il mio papa` di prima), vedo solo un modo per insegnarci ad andare incontro a quello che tutti ci fa cagare sotto dalla paura: la morte.
Che in fondo a volerla vedere in un altro modo e` solo l'ultimo atto di una crescita che ci accompagna da quando siamo concepiti.

Ok non volevo ne` fare della filosofia spicciola ne` arrovellarmi il cervello in spiegazioni razionali della mia fede. Ho solo ascoltato una trasmissione su un canale certamente non clericale e mi sono trovata a pie` pari faccia a faccia con la mia anima. Buffo ed interessante.




E comunque questo ultimo-primo giorno di asilo per L. che l'anno prossimo andra` alle scuole elementari ce lo festeggiamo con un crumble.
Che vi devo dire? I crumble sono stati l'accompagnamento dolce di quest'estate: si fanno con la frutta, sono rapidi da realizzare e cuociono abbastanza in fretta.
Altrettanto velocemente finiscono comunque.

"peaches and rhubarb crumble" fresco di .... INSTAGRAM!!!