vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

giovedì 4 dicembre 2014

Cronache mammesche: UDIENZE


Entro nella sala dal soffitto altissimo. Subito un tavolone e sopra dei fogli allineati con un elenco di appuntamenti: al singolo professore e` abbinato il nome dell'alunno. Ad ogni udienza effettuata il professore esce dalla sua postazione e cancella il nome dell'alunno invitando il genitore successivo a seguirlo. Sei postazioni in tutto e per tutto simili a quelle della cabine per le votazioni, dentro un piccolo banco e due sedie una di fronte all'altra. Controllo se quello prima di me sia gia` dentro e mi siedo su una sedia libera accanto alla porta. Accanto a me alcune signore parlano tra loro: le due meridionali a voce piuttosto alta conversano e ridono, sono molto truccate, ben pettinate, vestite di nero, una fasciata in un paio di leggins e stivaletti borchiati, in uno stile molto giovanile, un'altra donna invece siede di fronte ad un papa` che sosta in piedi con le mani in tasca, parlano il dialetto locale a bassa voce, immobili, come congelati in una postura rigida, muovono appena le labbra mentre gli occhi scattano veloci attorno. Lui indossa indumenti da cantiere e scarpe antinfortunistica, si sara` preso un permesso dal lavoro per essere qui, da` l'idea di fremere dalla fretta perche' ogni tanto lancia occhiate furtive alle postazioni dei professori.
Io invece di fretta non ne ho, negli impegni mattutini ci stava una buona ora disponibile per le udienze, avevo previsto ritardi. E` anche questo il bello di essere delle casalinghe: il mio e` in tutto e per tutto un lavoro autonomo, non ho cartellini da timbrare o superiori che mi stanno col fiato sul collo, per contro la regola "non rimandare a domani quello che puoi fare oggi" e` un must.


Stamattina comunque sono in pace con il mondo, davvero, mi sono svegliata alle 5.40 e ora che sono le 9.00 sono sospesa in un limbo, la testa leggera ed il corpo pesante. E` uno di quei momenti in cui un attimo puo` diventare eterno perche` i miei pensieri tacciono e posso ascoltare il mondo. Mi accuccio ben bene su questa sedia in plastica affondando il collo nel giaccone e mi concentro sulla struttura della sala mentre il chiacchiericcio di sottofondo mi ipnotizza. In fondo laggiu' c'e` un palco in pietra e sopra un vaso di fiori e delle coppe, le avranno vinte gli studenti di questo liceo penso, alla parete di sinistra le finestre sono strette ed esattamente come quelle di una chiesa si stagliano da meta` altezza fino quasi al soffitto. Un arazzo beige con una scritta rossa a caratteri arabi  pende dal bordo inferiore di una finestra, sui ripiani di uno scaffale di metallo delle riviste e il quotidiano locale di ieri. Dalle postazioni le voci mescolate di genitori e professori si alzano verso l'alto e rimbombano nell'ambiente. La professoressa che devo incontrare non la conosco, ricordo a malapena il suo cognome, mia figlia ha iniziato il liceo quest'anno e vengo qui per farmi un'idea di chi siano le persone che hanno la responsabilita` di istruirla per questi prossimi cinque anni.
La prima volta che sono entrata in questo liceo ho notato subito l'imponenza dell'edificio e l'eleganza delle sue forme. La struttura e` a ferro di cavallo e l'entrata sta sulla faccia centrale che guarda verso l'esterno. Appena si entra dalla vecchia porta di legno a doppio battente sulla sinistra si nota una piccola guardiola con una finestrella, per parlare col bidello ci si accosta al vetro sottile e si bussa, sembra di accedere ad un vecchio convento. Poi lo sguardo si sposta in alto e li` troneggia la scala in pietra grigia che al piano rialzato si divide in due ali e corre sulle pareti per raggiungere tutti gli altri piani.Quando postai la foto sopra Fb ricordo che la didascalia riportava "Il liceo di mia figlia e' un po' Hogwarts".


Ho 42 anni e ritengo lo studio una parte fondamentale della mia vita. Lo e` stato per tanti anni dalle scuole elementari all'universita`, ha continuato ad esserlo per altri anni mentre esercitavo la mia professione per aggiornamenti e continua ad esserlo ora perche` oramai questo meccanismo di apprendimento e` nel mio cervello ed essendo pure dotata di una buona dose di curiosita` trovo sempre il modo di cacciare il naso in cose nuove, con passione. Tutto questo per dire che il liceo e` sempre stato campo MIO, roba MIA, ricordo MIO vividissimo, mi batte ancora il cuore se penso alla mia classe, ai miei compagni, ai professori (quelli bravi e quelli stronzi), alla tensione prima di una prova e alla stanchezza del dopo, agli anni in dell'adolescenza con le sue grandi ingenuita` e la prime prese di coscienza, all'infinito numero di ore che ho passato su quei banchi, in quei corridoi, alle facce dei bidelli e delle segretarie.
E ora sono qui come mamma.
Io.
Io.
Io.
Ho provato un brivido pazzesco, come essere testimone dell'estizione dei dinosauri, cambiata un'era.
All'asilo e alle elementari l'emozione era dovuta piu` che altro al vedere crescere i miei figli, camminare per conto loro e fare nuove conoscenze, affidarli ad altri adulti che non fossimo noi genitori.
Qui al liceo (e un pochino anche alle scuole medie) l'emozione si trasforma in shock: vedi tuo figlio grande come te e tu che non ti senti affatto vecchia (a volte manco adulta per capirci) inizi a renderti conto che pero` stai imboccando quella strada. Io. Qui dentro. Come genitore. Pazzesco.

Per io resto la ragazza procede a gonfie vele. Porta a casa voti bellissimi e i professori mi parlano molto bene di lei sottolineando che si distingue da una classe piuttosto mediocre. La vedo entusiasta della scelta fatta: frequenta i gruppi di studio pomeridiani pur non avendone necessita` e torna da scuola ogni volta raccontando quello che fa, le cose che sta imparando. Io tiro un sospirone di sollievo ed esco dal liceo con un sorriso ebete stampato in faccia. Domani mi toccano le medie e la settimana prossima anche le elementari. Professione UDITRICE DI UDIENZE!





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